Successivamente alla diagnosi di un disturbo cardiovascolare, il cardiologo, oltre a prescrivere una terapia specifica, suggerisce di prestare particolare attenzione allo stile di vita, dal momento che obesità, fumo e sedentarietà sono tra i principali fattori di rischio cardiovascolare.
Per questo, smettere di fumare, intraprendere regolarmente un’attività fisica oppure seguire una dieta equilibrata per contrastare il sovrappeso, insieme ad altri cambiamenti comportamentali, sono aspetti fondamentali per la prevenzione primaria e secondaria dell’insorgenza di patologie cardiometaboliche e comorbidità.
Come vedremo, non sempre i pazienti seguono questi consigli, nemmeno dopo un ricovero ospedaliero dovuto proprio a condizioni cardiovascolari.
A sei mesi dalla dimissione dall’ospedale, infatti, il 38% dei soggetti è ancora in condizioni di obesità1A e solo metà dei fumatori riesce effettivamente a smettere1B, facendo sì che solo il 29% dei pazienti riesce a seguire efficacemente i consigli del cardiologo1C.
Nello stesso periodo, chi è stato dimesso dopo un ricovero per disturbi coronarici torna, nel 71% dei casi, ad avere livelli eccessivi di “colesterolo cattivo” (LDL)1D, nel 42% un’elevata pressione sanguigna1E e il 29% di loro non tiene sotto controllo il proprio diabete1F.
Queste cifre mostrano l’importanza di aderire alle raccomandazioni mediche, sia per quanto riguarda i trattamenti farmacologici che i comportamenti e stili di vita sani1G.
Talvolta un paziente è portato a intraprendere le indicazioni terapeutiche in ritardo, in modo discontinuo o le interrompe prima del tempo1H. Tra le ragioni di queste tendenze troviamo dimenticanza e negligenza1I, ma spesso una scarsa aderenza alle terapie prescritte e il prosieguo di stili di vita poco sani derivano dalla sottovalutazione del rischio1L, o dalle difficoltà di far convivere le terapie con la routine giornaliera, o ancora dalla resistenza a modificare le proprie abitudini1M.
Costanza e impegno sono fattori fondamentali che il paziente deve mettere in pratica, per ottenere una corretta aderenza alla terapia e agli stili di vita sani.
Spesso, invece, ci si arrende d’innanzi a difficoltà quali la percezione di non riuscire a gestire le terapie nella quotidianità, fattore che porta alla tentazione di adattare l’assunzione dei farmaci ai propri bisogni1N.
O ancora, perché gli effetti benèfici della terapia non sono immediatamente evidenti, come nel caso, ad esempio, dei farmaci contro il colesterolo alto1O o degli antipertensivi, che vengono utilizzati per trattare condizioni spesso asintomatiche.
In altri casi, il modificare abitudini radicate da anni è difficile. Nel caso di pazienti affetti da obesità, ad esempio, l’intraprendere una costante attività fisica risulta ostacolato dalla scarsa motivazione, mancanza di tempo e pensieri negativi1Q.
Dati scientifici mostrano che, in caso di problemi cardiovascolari, seguire bene le terapie e instaurare abitudini più salutari permette di vivere meglio e più a lungo1R. Circa il 9% dei ricoveri europei per disturbi cardiocircolatori è infatti dovuto proprio alla scarsa aderenza alle terapie1S.
È importante, quindi, che sia proprio il paziente ad impegnarsi nell’affrontare con efficacia, impegno e serenità la sfida di far convivere terapie e abitudini salutari nuove con la propria quotidianità.
Inoltre, una maggiore consapevolezza del proprio stato di salute, e di come poterlo gestire, sono fonte di aiuto e motivazione.
Anche l’alfabetizzazione in ambito salute, ossia la conoscenza delle informazioni scientifiche di base, e la fiducia nel medico, giocano un ruolo fondamentale nell’aderenza.
I medici sono in grado di rispondere a ogni domanda del paziente, rassicurandolo e consigliandolo, nonché possono fornire suggerimenti, utilizzando materiali educativi chiari e concisi1Z.
È importante ricordare che la salute è soprattutto nelle mani del paziente, perché ogni percorso terapeutico inizia con il suo consenso informato1X e solo il paziente ha il controllo ultimo sulla sua aderenza ai trattamenti.
Un paziente informato, in grado di seguire consapevolmente un programma di autogestione, possiede gli strumenti per riconoscere l’andamento della propria condizione di salute e anticipare i segnali per cui è necessario rivolgersi al medico1Y.
In conclusione: mantenere nuove abitudini nel tempo è di certo difficile ed è normale che talvolta si verifichi qualche passo indietro1J.
In questo caso è importante non demoralizzarsi: un continuo impegno e il ricordo delle occasioni in cui si è riusciti a mantenere con successo l’aderenza a uno stile salutare sono stimoli positivi per riacquistare fiducia e consapevolezza che si è perfettamente in grado di raggiungere, nuovamente, quei traguardi positivi per il proprio benessere1W.
Bibliografia
1. Pedretti RFE et al. How to optimize the adherence to a guideline-directed medical therapy in the secondary prevention of cardiovascular diseases: a clinical consensus statement from the European Association of Preventive Cardiology. Eur J Prev Cardiol. 2023 Jan 24;30(2):149-166. doi: 10.1093/eurjpc/zwac204. PMID: 36098041.