Nella gestione delle patologie cardiovascolari, la complessità terapeutica, in particolar modo per coloro che assumono statine o inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEI) o antagonisti del recettore dell’angiotensina II (ARB),1 rappresenta un ostacolo significativo all’aderenza alla terapia prescritta, che può compromettere gli obiettivi della gestione della malattia, da parte dei pazienti, ed è associata a un aggravarsi di morbilità e mortalità.1
La valutazione di tale complessità ha evidenziato come, a una ridotta aderenza alla terapia, concorrono diversi fattori, tra cui:1
Inoltre, i pazienti che assumono più farmaci contemporaneamente, nello stesso momento della giornata, tendono ad avere una migliore aderenza alla terapia prescritta rispetto a quelli che hanno le assunzioni organizzate in diversi momenti della giornata.1
Sebbene parte di questa complessità sia inevitabile per curare le malattie croniche e prevenirne le complicanze, questi punti sono da attenzionare per il medico prescrittore, in quanto possono essere fattori predittivi di una futura scarsa aderenza terapeutica.1
Semplificare il trattamento dei pazienti rappresenta quindi una strategia efficace per migliorare l’aderenza alla terapia cardiovascolare. Ci sono diverse strategie che i medici e i fornitori di assistenza sanitaria possono adottare per ridurre la complessità terapeutica e favorire un migliore rispetto della terapia:
1. Promuovere il consolidamento delle prescrizioni: Incentivare i pazienti a soddisfare le loro prescrizioni in un’unica visita alla farmacia può, ad esempio, ridurre la frequenza delle visite e semplificare il processo di gestione della terapia.1
2. Ottimizzare la terapia con farmaci combinati: Quando possibile, prescrivere farmaci combinati, anziché diversi farmaci separati, può ridurre il numero complessivo di prescrizioni e semplificare il regime terapeutico del paziente. Le polipillole, che combinano più farmaci in un’unica compressa, offrono una soluzione promettente alla complessità dei regimi di trattamento. Numerosi studi hanno, infatti, dimostrato la superiorità della terapia con polipillola rispetto alle cure convenzionali, ad esempio nel caso dell’ipertensione, nel ridurre il rischio di morte cardiaca prematura e di eventi cardiovascolari maggiori.2
3. Educazione e coinvolgimento del paziente: Fornire informazioni dettagliate sui farmaci prescritti, sottolineandone gli scopi, può aumentare la comprensione, da parte del paziente, del proprio stato di salute e rendergli chiara la necessità dell’aderenza terapeutica.1
L’adozione di approcci incentrati sul paziente e sull’ottimizzazione della gestione terapeutica può contribuire a ridurre il carico di complessità e favorire una migliore salute cardiovascolare, per tutti i pazienti. La terapia con polipillole potrebbe, ad esempio, essere uno di questi approcci chiave, con una conseguente riduzione, stimata, del 25% dei casi di morte cardiaca prematura, entro il 2025.2
Bibliografia
1. Choudhry NK, et al. The Implications of Therapeutic Complexity on Adherence to Cardiovascular Medications. Arch Intern Med. 2011;171(9):814–822. doi:10.1001/archinternmed.2010.495
2. Narita, K.; Hoshide, S.; Kario, K. Polypill Therapy for Cardiovascular Disease Prevention and Combination Medication Therapy for Hypertension Management. J. Clin. Med. 2023, 12, 7226. https://doi.org/10.3390/jcm12237226