La prospettiva di dover prendere farmaci ogni giorno, e per un lungo periodo, può davvero mettere in crisi molti pazienti. Tanto da compromettere spesso il buon esito delle terapie: di tutti gli ipertesi che hanno ricevuto una prescrizione di farmaci antipertensivi, infatti quasi la metà ne interrompe volontariamente l’assunzione entro solo un anno.1
Semplice dimenticanza, svogliatezza oppure paura di ipotetici effetti collaterali dei farmaci nel lungo termine?2 In realtà, sono tante le cause della scarsa aderenza alle terapie antipertensive, ancora oggi così diffusa tra gli ipertesi.
Eppure, le evidenze raccolte dagli esperti parlano chiaro: l’assunzione corretta dei medicinali, con il rispetto di dosi e frequenza raccomandate dal medico, è la strategia più efficace per abbassare la pressione arteriosa e per allontanare, di pari passo, gli altri fattori di rischio cardiovascolare1 e anche la più sicura per la salute, dato che gli attuali farmaci antipertensivi riducono fino al 30% il rischio di ictus e fino al 15% quello di infarto del miocardio.1
Di contro, fare pasticci con le terapie non porta a nulla di buono. Correre ‘ai ripari’ prendendosi una doppia dose quando ci si è dimenticati una pillola oppure riadattare ‘alla giornata’ gli orari di assunzione in base ai propri impegni può seriamente compromettere l’efficacia dei farmaci stessi. La scarsa aderenza, infatti, è stata associata non solo a un peggiore controllo della pressione ma anche a un maggior rischio di ospedalizzazione o riospedalizzazione nel tempo.3
Ma la colpa non è solo degli ipertesi. Studi recenti, infatti, hanno messo in luce che tanto più una terapia è complessa, minore è la probabilità che i pazienti riescano davvero a seguirla correttamente. Infatti, se il 79% degli ipertesi osserva di buon grado l’assunzione di una sola pillola al giorno, solo il 51% riesce a stare dietro a terapie con quattro o più farmaci e orari di assunzione quotidiani.1 Oggi la tendenza, quindi, è quella di semplificare, quando possibile, le terapie antipertensive per renderle più ‘a misura’ del paziente e dei suoi impegni quotidiani.3
A questo scopo, instaurare un buon rapporto con il proprio medico curante è fondamentale.1
È importante condividere con il medico:1-3
Per una terapia ‘su misura’ può essere utile anche riportare su un diario il numero di dosi saltate o prese a orari sbagliati: in questo modo, durante la visita di controllo, sarà più facile valutare le difficoltà di aderire correttamente alla terapia prescritta e, se possibile, modificarla a un regime più facilmente gestibile.4
Riferimenti
1. Brown T et al. Medication Adherence: WHO Cares? Mayo Clin Proc. 2011; 86(4):304-314.
2. Gascón JJ et al. Why hypertensive patients do not comply with the treatment Family Practice. Fam Pract. 2004; 21(2):125-30.
3. Mancia G, et al. 2023 ESH Guidelines for the management of arterial hypertension. J Hypertens. 2023. doi: 10.1097/HJH.0000000000003480. Online ahead of print
4. Volpe M, et al. Il ruolo dell’aderenza al trattamento farmacologico nella terapia cronica delle malattie cardiovascolari: documento intersocietario di consenso. G Ital Cardiol 2014; 15(10 Suppl 1):3S-10S.