Oggigiorno le informazioni mediche sono ampiamente disponibili e facilmente accessibili su Internet, ovunque nel mondo.1
In un sondaggio condotto su più di 12.000 persone, in 12 paesi diversi, dal 12% al 40% della popolazione ha cercato frequentemente in Internet informazioni mediche, e quasi uno su due lo ha fatto per effettuare un’autodiagnosi.1 Per indicare la ricerca ossessiva di informazioni è stato perfino coniato il termine “cybercondria”, corrispettivo aggiornato e tecnologizzato dell’ipocondria.1
Il quesito che sorge spontaneo riguarda ovviamente l’attendibilità e la credibilità delle fonti. C’è insomma da fidarsi? Rispondere di no significherebbe disconoscere l’autorevolezza di molti portali che sono risorse preziose, ma non si può nemmeno peccare di superficialità, ignorando che internet è un mare magnum, dove si può trovare di tutto. Occorre dunque cautela. Di seguito qualche semplice suggerimento pratico per evitare di incorrere in qualche errore grossolano.
Riferimenti
1. Vismara M, et al. Is cyberchondria a new transdiagnostic digital compulsive syndrome? A systematic review of the evidence. Comprehensive Psychiatry. 2020; 99:152167.