Gli strumenti digitali sono sempre migliori di quelli tradizionali nel promuovere l’aderenza alla terapia del diabete o dell’ipertensione arteriosa? Secondo le conclusioni di un lavoro di analisi e revisione della letteratura scientifica, svolto da due autori americani, sembrerebbe di no.
È innegabile che le nuove tecnologie, sempre più accessibili e diffuse, promuovano l’interazione tra il medico e il paziente nonché l’informazione e la formazione di quest’ultimo.
Viene però da chiedersi se, al di là della dimestichezza che ciascuno potrebbe avere con i vari dispositivi messi a disposizione dal progresso, questi strumenti siano realmente efficaci. Ovviamente la risposta non è tassativa, e le deduzioni proposte da uno studio devono essere considerate alla luce di tutti i limiti possibili, legati per esempio al tipo di ricerca che è stato effettuato.
Nell’analisi specifica sono stati selezionati tredici studi su trecento con l’obiettivo di verificare se e in quale misura sms, telemonitoraggio e altri strumenti di comunicazione potessero migliorare l’aderenza dei pazienti al trattamento di diabete o ipertensione. La risposta è stata forse meno lusinghiera delle aspettative: le tecnologie digitali sono risultate efficaci nel breve termine, ma in ogni caso non sufficienti da sole a garantire o mantenere l’aderenza.
In altri termini è doveroso far tesoro di tutte le possibilità oggi disponibili, ma il ruolo del medico, nel suo rapporto diretto con il paziente, rimane esclusivo e ineludibile.
Riferimenti:
Conway CH and Kelechi TJ. Digital Health for Medication Adherence in Adult Diabetes or Hypertension: An Integrative Review. JMIR Diabetes. 2017; 2:e20.