Cosa faresti in questo caso se fossi tu il medico di famiglia? Leggi il commento finale, che ti può aiutare a capire l’importanza dell’aderenza e della strategia per promuoverla.
A Vittorio, impiegato, è stato recentemente diagnosticato il diabete di tipo 2 e vi mostra gli esami del sangue.
Vittorio
Buongiorno, dottore, come andiamo? Io non tanto bene… Eppure ho seguito le sue indicazioni… Giudichi lei!
Voi
Guardiamo subito questi esami… Uhm, sì, ha ragione, mi sarei aspettato qualcosa di meglio! È sicuro di aver messo in pratica tutto quello che le avevo detto di fare?
Vittorio
Sì, guardi, ho impostato il mio cellulare, che mi ricorda tutti i giorni le pastiglie che devo prendere! È impossibile dimenticarsi o sbagliare!
Voi
Non lo metto in dubbio, ma… Cammina tutti i giorni per almeno mezz’ora? Mi aveva promesso che sarebbe andato in ufficio a piedi… Rispetta la dieta che le ho dato? Non mi sembra che abbia perso peso! Ha smesso poi di fumare?
Vittorio
Beh, insomma, calma, non proprio. Sono appena tornato da una piccola vacanza… Ho dormito parecchio! Il peso lasciamolo perdere, forse ho anche messo su un paio di chili! Deve però darmi atto che sono riuscito a ridurre il numero di sigarette!
Vittorio è un tipo un po’ pigro. Usa, giustamente, il cellulare per non dimenticarsi le cure, ma non ama evidentemente faticare per correggere le sue abitudini.
Nel suo caso è importante osservare che l’aderenza non riguarda soltanto i farmaci ma anche lo stile di vita, la cui correzione, nel diabete, rappresenta il primo obiettivo da raggiungere, ancora prima di fare ricorso ai farmaci.
Il digiuno non sarebbe produttivo, come pure non sarebbe opportuno ricorrere a una terapia più pesante senza intervenire sull’alimentazione. L’iscrizione in palestra non sarebbe una scelta sbagliata, ma in questo momento non prioritaria, in quanto Vittorio potrebbe cominciare a combattere la sedentarietà in una maniera più facile e altrettanto efficace.