CON L’IPERTENSIONE SI RISCHIA ANCHE L’INFARTO
Le malattie cardiovascolari sono al primo posto tra le cause di mortalità nel mondo occidentale, anche in Italia [1]. Sono un gruppo di patologie cui fanno parte le malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico [2].
MA COSA SUCCEDE AL CUORE DURANTE UN INFARTO?
Ipertensione e rischio infarto
Quando il cuore rimane ‘a corto’ di sangue e ossigeno, normalmente trasportati dalla circolazione, il muscolo cardiaco (o miocardio) va in necrosi, ovvero le cellule che lo compongono iniziano a morire lentamente e progressivamente [3].
L’evento scatenante è, nella maggior parte dei casi, riconducibile a una ostruzione da parte di un coagulo di sangue o trombo parziale di una delle arterie coronarie che sono responsabili di portare tutti i nutrienti al cuore. In questi casi, si parla di malattia coronarica, che vede le coronarie restringersi e le loro pareti irrigidirsi nel tempo a causa della presenza di placche [3].
Anche se più infrequente, l’infarto del miocardio può manifestarsi anche in assenza di malattia coronarica ed essere associato a uno spasmo improvviso in un’arteria coronaria, che riduce temporaneamente il flusso sanguigno nel muscolo cardiaco. In questi casi si parla di ischemia [3].
Il danno al muscolo cardiaco dipende da quanto è estesa l’area rimasta senza ossigeno e dalla durata dell’infarto, prima dell’intervento medico per arrestarlo [3]. Le conseguenze di un infarto possono essere più o meno gravi e invalidanti: dopo un infarto, infatti, il cuore non torna più come prima e sull’area danneggiata si crea una cicatrice che limita la funzionalità del muscolo cardiaco [3].
Sopravvivere a un infarto è possibile, con un intervento tempestivo, a seguito di un altrettanto tempestivo riconoscimento dei segnali d’allarme. I segnali d’allarme possono manifestarsi come dolore al petto, che può irradiarsi al collo o al braccio, nausea o vomito e mancanza di respiro [4].
Cosa succede al cuore
Ancora più importante, però, è che si può prevenire l’infarto agendo sui fattori di rischio modificabili come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, fumo di tabacco, sovrappeso/obesità, sedentarietà e dieta (che comprende abitudini come lo scarso consumo di frutta, verdura e pesce), e l’eccessivo contenuto nei cibi di grassi saturi e di sale [1].
L’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per la malattia coronarica nei suoi vari aspetti clinici (infarto miocardico, angina pectoris, sindrome coronarica acuta e sindrome coronarica cronica), insieme ad altri fattori di rischio, tra cui fumo, dislipidemia e diabete di tipo 2: circa un infarto su quattro può essere riconducibile all’ipertensione arteriosa [5].
Fonti: