Se l’aderenza rappresenta un problema, ecco qualche consiglio differenziato in base alla personalità.
Va da sé che ogni strategia può essere naturalmente impiegata da tutti, in base alle proprie preferenze.
Essere distratti o smemorati non è un difetto né tantomeno un demerito. Molti artisti e perfino scienziati, per esempio, sono spesso così assorbiti dalle proprie attività o vivono in un mondo a sé stante da dimenticarsi le cose più banali. È normale, poi, che con l’avanzare degli anni la memoria possa essere meno fluida e brillante, al punto di convincersi talvolta di aver compiuto una determinata azione soltanto perché fissata nella mente tra le cose da ricordare. Anche il cambiamento di abitudini, come può capitare per esempio in vacanza, può interrompere la prassi consueta.
Per chi ha la memoria debole può essere indicato:
L’ansioso talvolta può rischiare, più che di dimenticarsi, di assumere due volte una terapia, nel timore di non averla presa. In questo caso si potrebbe:
Qualcuno si fida poco… Anche di sé stesso. Per una persona di questo tipo qualche accorgimento potrebbe essere:
Spesso il desiderio di precisione trova nella tecnologia un alleato prezioso. Ecco allora venire in aiuto:
Spetta poi anche al medico il compito di sorvegliare l’aderenza dei propri assistiti, fornendo loro suggerimenti e di tanto in tanto valutando insieme a loro i risultati ottenuti.